Friday, August 17, 2007

I mormoni e la ricerca con le staminali embrionali



Per la maggioranza delle persone di fede, l'uso di cellule staminali embrionali e' questione filosofica: in quale momento una cellula diventa un essere umano?
La risposta piu' comune e': al momento della concezione, quando l'ovocita incontra lo sperma.
Ma per i mormoni la risposta e' differente, cosi' come e' diversa la loro concezione del corpo e dell'anima, lasciando aperta la porta alla ricerca con le staminali embrionali, senza timori di violazioni etiche. Lo ha spiegato Rick Jepson durante un forum indipendente di mormoni riunitosi la scorsa settimana a Salt Lake City.
Jepson, che lavora con i pazienti con problemi ai reni, ha iniziato il suo intervento parlando della biologia del corpo umano e del suo sviluppo. Dopo la fertilizzazione dell'ovocita, la cellula inizia a duplicarsi ripetutamente. Durante i primi sei-sette giorni, queste cellule non si differenziano e possono cosi' formare qualsiasi organo o tessuto.
Ma questo ammasso di cellule e' o no un essere umano? Secondo Jepson, la risposta e' no.
Solo dopo due settimane, queste cellule cominciano a differenziarsi e cominciano a dare forma ad un individuo. "Questo e' il primo momento in cui si puo' dire che si tratta di una vita umana", ha detto Jepson, facendosi forte anche della posizione ufficiale della Chiesa dei mormoni.
Per i mormoni, le anime di ogni singolo individuo esistono prima che la vita nasca e dopo la sua morte. Sono esseri non creati ed eterni. Brigham Young sostiene addirittura che la vita abbia inizio quando una madre sente il feto muoversi in pancia. Quei feti che muoiono prima di nascere non producono la morte dell'anima, che puo' rientrare nella pancia di una donna per un secondo tentativo. Uno dei leader dei mormoni, J. Reuben Clark, sostiene che lo spirito non entra nel corpo se non al momento della nascita, anche se tiene d'occhio lo sviluppo del feto.
Da parte sua, la Church of Jesus Christ of Latter-day Saints non ha preso posizione sull'inizio della vita e sulle cellule staminali. Secondo un sondaggio del 2001, il 62 per cento dei cittadini dello Utah (tra cui il 56 per cento dei mormoni ed il 47 per cento dei conservatori) e' favorevole alla ricerca.
Il senatore repubblicano Orrin Hatch, anch'egli mormone, e' favorevole alla ricerca con le staminali embrionali, cosi' come l'altro senatore dello Utah, Bob Bennett, ed il deputato democratico Jim Matheson.
"Questo coro di mormoni pro-ricerca" potrebbe spingere altri conservatori cristiani a sostenere la ricerca con le staminali embrionali, ha detto Michael Goldsmith, docente di legge alla Brigham Young University.
Per due mesi, Goldsmith ha tentato di porre fine a luoghi comuni riguardanti i mormoni, come quello secondo cui la sua chiesa sarebbe contraria alla ricerca, o che sosterrebbe la maggiore potenzialita' delle staminali adulte sopra quelle embrionali.
Queste sono false credenze, dice Goldsmith, che non fanno bene alla Chiesa dei mormoni, alla sua dottrina e alla sua etica. "Creiamo un esercito di missionari mormoni per promuovere la ricerca con le staminali embrionali. Questo e' un cambiamento per cambiare il mondo".
Fonte:http://staminali.aduc.it

Cremona. Centro raccolta staminali di cani e gatti per futuri cloni


Nutrono e coccolano il cucciolo di casa come fosse un figlio. E quando muore non si rassegnano alla perdita, fino al punto di pagare una retta mensile per conservare le cellule del proprio beniamino in un centro ad hoc.
Nella trepidante attesa di trovare una struttura disposta a produrre cani e gatti fotocopia. La 'banca della speranza' italiana ha sede a Cremona, presso il Laboratorio di tecnologie della riproduzione (Ltr) diretto da Cesare Galli, 'papa' del toro Galileo e della cavalla Prometea.

"La nostra struttura non lavora direttamente sugli animali da compagnia -spiega l'esperto all'ADNKRONOS SALUTE. Ma esperimenti statunitensi e coreani hanno dimostrato che clonare cani e gatti e' tecnicamente possibile. Percio', circa tre anni fa, abbiamo istituito una banca delle cellule per stoccare, congelato in azoto liquido, il materiale genetico fornito dai padroni che hanno amato moltissimo il loro pet defunto" e che sognano di farlo rivivere. "Al momento conserviamo le cellule di una decina di cani, una ventina di gatti e persino di qualche cavallo", aggiunge Galli.
Ai proprietari disperati Galli non vuole dare illusioni, ma neppure togliere la speranza.
"Ai clienti, che pagano una quota per il deposito e successive rate mensili di una decina di euro diciamo appunto che clonare cani e gatti e' possibile, pur con limiti tecnici e a prezzi molto elevati. Al momento non esiste praticamente alcun centro che lo faccia di routine, ma se un giorno ci fossero strutture specifiche potremmo inviare le cellule dalla nostra banca al centro estero".
Gli utenti della biobanca cremonese vengono informati su ogni dettaglio, garantisce l'esperto. Anche se, "in genere, si tratta di persone perfettamente aggiornate su ogni novita' in materia. Fanno ricerche su Internet e leggono moltissimo", e sono quindi loro a farsi sentire per discutere della notizia di turno. Per qualcuno, poi, l'esigenza di salvare almeno alcune cellule di 'fido' e 'micio' e' piu' che altro un palliativo psicologico: "Superato il trauma della perdita e metabolizzato il lutto a volte si tranquilizzano e non ci pensano più".
Fonte:http://staminali.aduc.it

Smart Bank: perche' conservare le staminali del cordone



Intervento della dott.ssa Irene Martini, responsabile scientifica Smart Bank (*)
Il dibattito sulla conservazione autologa o la donazione del cordone ombelicale pone i genitori di fronte ad una scelta difficile soprattutto per la scarsa informazione che circola a riguardo benche' ogni giorno sulla stampa appaiono articoli, gestiti da opinionisti, che dicono tutto e il contrario di tutto, promuovendo un discorso emozionale e ben poco scientifico.
Il personale sanitario ha il dovere di essere informato correttamente sulle potenzialita' delle cellule staminali cordonali perche' i genitori chiedono sempre un parere sull’argomento al proprio ginecologo e alle ostetriche.
Di fatto molti ricercatori investono la loro carriera sulla medicina rigenerativa e i fondi stanziati dalla Commissione Europea per il VII programma quadro sono aumentati vertiginosamente. Le nuove frontiere della ricerca parlano di trials nella distrofia muscolare previsti per il 2008, di ricostruzione di tendini e legamenti, di ricostruzione della mucosa vaginale a partire da staminali autologhe, di produzione di insulina a partire da cellule staminali cordonali, di uso di staminali per la cura della cecita'. Queste le novita' del mese di giugno 2007. E’ una vera corsa contro il tempo.
La conservazione autologa ha come enorme vantaggio quello di generare un potenziale per uso autologo, per donazione intrafamiliare e per donazione eterologa seguendo dei protocolli di crioconservazione che operano ai massimi livelli di efficienza. I genitori hanno in tal modo la possibilita' di scegliere se e quando donare, sulla base di una reale compatibilita' del materiale biologico con il soggetto ricevente e sulla base di informazioni specifiche del loro campione come la vitalita' cellulare al momento della crioconservazione, la quantita' di cellule CD34+, la quantita' di cellule mononucleate, il volume del prelievo oltre al controllo microbiologico del campione cosi' come delle patologie trasmissibili da parte materna secondo la normativa europea sui trapianti in vigore da aprile 2006. Di fondamentale importanza e' quindi l’opportunita', nel caso in cui si voglia donare, di effettuare la tipizzazione HLA, allo scopo di rendere reperibile il campione conservato privatamente sui registri internazionali secondo i criteri formulati dalla III edizione del FACT-NETCORD pubblicata nel gennaio 2007.
Statistiche relative all’uso autologo di cellule staminali di origine midollare parlano di 1:20.000 di possibile utilizzo sulla base dell’incidenza delle patologie per le quali oggi si fa uso clinico delle cellule staminali nei trapianti. Statistiche di istocompatibilita' delle cellule di origine midollare per l’uso eterologo mostrano che esiste 1:40.000 di trovare un soggetto compatibile a livello della popolazione mondiale secondo i criteri di alta risoluzione di sovrapposizione HLA (loci A, B, Cw, DR e DQ). E’ quindi vero che tanti bambini sono in cerca di un donatore e che non sempre vi sono i requisiti di elegibilita' per essere considerati potenziali donatori.
Questi dati sono relativi alle cellule staminali di origine midollare perche' non esistono ancora statistiche rilevabili sulle cellule staminali di origine cordonale ovvero non si sono ancora verificati un numero di eventi tale da avere rilevanza statistica.
Le caratteristiche delle cellule di origine cordonale pongono, oggi, l’accento sulle loro qualita' più che sui loro limiti: maggiore versatilita', maggiore plasticita', non invasivita' del prelievo, reperibilita' immediata, maggior successo nell’engrafment, minore probabilita' di rigetto. Unico limite? Il numero. La media dei prelievi italiani stimata da Smart Cells International e' di 2.700.000 cellule CD34+ con un numero di leucociti pari a 730.000.000 e un corrispondente volume di prelievo pari a 98cc. Medie superiori ai quantitativi registrati dal servizio nazionale del sangue del Regno Unito pubblicate il 7 giugno scorso sulla rivista Stem Cells dove si registra negli ultimi dieci anni una media di 2.300.000 cellule CD34+.
E’ quindi importante conservare il sangue cordonale? Si', in assoluto, su questo tema le voci sono concordi nel considerare un errore quello di buttarlo via come rifiuto biologico perche' e' una fonte di vita. I protocolli sui trapianti di ultima generazione ricorrono a trapianti misti di sangue autologo ed eterologo o di sangue eterologo proveniente da due diverse fonti compatibili, quando reperibili, perche' cio' tende a massimizzare la quantita' di cellule staminali trapiantate e ad attenuare i problemi legati al rigetto e ad una forma di patologia nota come il VHGD (versus host graft disease).
Secondo i dati dei centri trapianti internazionali, le patologie che trovano maggior supporto dalle cellule staminali cordonali sono la leucemia linfoblastica acuta (ALL), la leucemia mieloide acuta e cronica (AML), le immunodeficienze e le talassemie.
Smartcells International, solo nel 2006, ha corrisposto a tre richieste di espatrio di cellule staminali cordonali per uso eterologo intrafamiliare per la cura della talassemia.
Uno dei vantaggi di maggior rilievo della conservazione autologa e' la disponibilita' di cellule staminali per uso intrafamiliare vista la elevata omologia di istocompatibilita' all’interno del nucleo familiare pari 1:4 dei casi.
Singapore, dicembre 2005: un bambino di Dubai affetto da talassemia ha ricevuto un trapianto di cellule staminali cordonali derivate dalla sorellina e conservate nell’aprile 2005. Il trapianto e' avvenuto con successo e il bambino non necessita piu' di trasfusioni. Prima del trapianto questo bambino riceveva trasfusioni mensili soffriva di complicazioni indotte dalla patologia e dai trattamenti terapeutici e aveva una aspettativa di vita non superiore ai 35 anni.
USA, North Carolina, agosto 2006: alla Duke’s University Paediatric Blood and Marrow Transplant Center, la dott. Joanne Kurtzberg ha effettuato un trapianto tra fratellini di cellule staminali cordonali conservate presso il nostro laboratorio di Plymouth.
Il trapianto e' avvenuto con successo. Per maggiori informazioni contattare il sito www.cancer.duke.edu/pbmt
Germania, Munchen, ottobre 2006: al Kinderklinic und Poliklinic der Technischen Universitat, e' avvenuto il terzo trapianto del 2006 per talassemia con donazione eterologa tra fratellini. Oggi, il bambino e' indipendente dalle trasfusioni. Per maggiori informazioni contattate i siti www.kind.med.tu-muenchen.de o www.kms.mhn.de

(*) Smartbank Srl e' il partner italiano del gruppo inglese Smart Cells International che opera sul territorio italiano dal 2005.

Fonte:http://staminali.aduc.it

Tuesday, July 31, 2007

Labbro leporino



I volontari dell'istituto "Chance To Smile" e questi due giovani iraniani dell'università di Texas con l'aiuto dei raccolti pubblici hanno deciso di operare gratuitamente le persone affetto a Labiopalatoschisi girando per i paesi poveri.
I loro nomi sono: Massoud Saman(medico-25 anni) e Paria Etebari(dentista-24 anni) dell'università di Texas.

Il labbro leporino o labiopalatoschisi è una malformazione congenita dovuta a un'anomalia di sviluppo.
La labiopalatoschisi o labbro leporino e’ una malformazione che interessa il labbro superiore ed il palato provocandone una fessura piu’ o meno estesa.L'interessamento delle due strutture (in altre parole labbro e palato) e’ molto variabile in quanto puo’ essere rappresentata da una sola incisura del labbro superiore e/o del palato molle oppure nei casi piu’ gravi puo’ interessare le strutture nella totalita’ determinando quindi una schisi del labbro, della gengiva e del palato, generando quella condizione malformativa che e’ definita come "gola lupina". L'incidenza della labiopalatoschisi in Italia e’ di circa un caso su 800 nascite, il che sta a significare che nel nostro Paese esistono all'incirca 75mila persone affette da questa malformazione (come se in una citta’ di media dimensione, tutte le persone presentassero una schisi del labbro o del palato). E' evidente come una malformazione che interessa strutture così importanti dal punto di vista funzionale e estetico sia piuttosto difficile da rimediare e richieda soprattutto tempi discretamente lunghi che vanno dalla nascita fino al raggiungimento della maggiore eta’ e talvolta anche oltre.Va da se’ che prima vengono riparate le malformazioni, migliori sono i risultati in quanto lasciate a se stesse queste non fanno altro che peggiorare, rendendo sempre piu’ difficile la loro riparazione. A tale scopo noi siamo soliti intervenire entro il primo mese di vita per correggere la lesione del labbro seguendo una metodica abbastanza complicata (ideata dal famoso chirurgo plastico di Miami, Dr. Millard) ma ormai seguita in tutto il mondo, che permette la chiusura della schisi in un tempo solo nella monolaterale ed in due tempi nella bilaterale. Il secondo momento della tempistica operatoria consiste nella chiusura del palato che viene eseguita entro il terzo mese di vita, al fine di evitare che in futuro il paziente parli nel naso. Anche questo tipo di intervento, eccetto casi particolarmente gravi, viene eseguito in un tempo unico e permette non solo la chiusura del palato duro e molle contemporaneamente, ma anche l'allungamento dello stesso. Quest'ultimo e’ forse il presidio piu’ importante perche’ permette al bambino di parlare in modo corretto, eliminando quindi la rinolalia che e’ il postumo piu’ temuto nella palatoschisi in quanto segna il piccolo paziente come portatore di handicap e tende quindi ad emarginarlo sia nella vita di relazione sia affettiva.
La stessa stigma dal punto di vista estetico deriva da una cattiva riparazione del labbro, ma ancora di piu’ dell'ala nasale e del naso. La malformazione, infatti, nella sua evoluzione intacca anche le cartilagini nasali e il setto generando una serie d'anomalie a livello della punta e della piramide nasale che vanno riparate fin dalla nascita e successivamente nel corso dei primi anni di vita, per culminare poi in una rinoplastica estetica da eseguirsi intorno ai diciotto anni.

به گزارش خبرنگار علمي خبرگزاري دانشجويان ايران(ايسنا)، منشاء بروز اين عارضه عدم پيوند طرفين راست و چپ لب‌ها و سقف دهان نوزاد در ماه هاي آخر بارداري است. در برخي نوزادان اين قسمت ها به طور كامل به يكديگر متصل نمي‌شوند كه در چنين مواردي كودك با قطع پيوند در لب بالايي متولد مي‌شود كه «شكاف لب» خوانده مي‌شود. نقص مادرزادي در كام نيز به عنوان «شكاف كام» ناميده مي‌شود و از آنجا كه رشد لب و كام دو عملكرد جداگانه هستند؛ لذا برخي كودكان مي‌توانند يك شكاف لب، يك شكاف كام يا انواعي از هر دو را داشته باشند.

در كشورهاي پيشرفته كودكاني كه با عارضه شكاف لب يا شكاف كام متولد مي‌شوند؛ بلافاصله يا مدت كوتاهي پس از تولد، تحت جراحي ترميمي قرار مي‌گيرند اما خانواده‌هاي بسياري خصوصا در كشورهاي جهان سوم نمي‌توانند هزينه هاي چنين جراحي ترميمي را تامين كنند و متاسفانه اين كودكان از همان سال هاي نخست زندگي علاوه بر رنج و ناراحتي ناشي از تغيير شكل صورت و مشكلات و اختلالات عديده‌ در سيستم شنوايي، تنفسي، بلع غذا و كاهش ايمني دستگاه گوارشي در برابر ويروس‌ها با بسياري از مشكلات رواني-اجتماعي از قبيل اضطراب اجتماعي، تنهايي، افسردگي و بيگانگي از همسالانشان نيز مواجه مي‌شوند و به اين ترتيب زندگي اين گروه از بيماران و خانواده هاي آنها به شكلي بسيار نامطلوب تحت تاثير قرار مي‌گيرد.

آگاهي از اين درد و رنج ها و انديشه ستودني كمك به كاهش درد و رنج بيماران مبتلا به عارضه «لب شكري» و تسهيل درمان آنها انگيزه‌اي براي دو دانشجوي جوان ايراني دانشگاه «تگزاس» شده كه با جلب ياري جمعي از متخصصان و اساتيد پزشكي در آمريكا موسسه خيريه‌اي را براي انجام جراحي‌هاي ترميمي كودكان متبلا و نيازمند راه اندازي كرده و فرصت لبخند را به اين لب‌هاي بيمار ارزاني كنند.

اعضاي داوطلب موسسه غيرانتفاعي «Chance To Smile» (فرصت لبخند) كه به همت «پريا اعتباري» و «مسعود سامان» با حمايت دانشكده‌هاي پزشكي و دندانپزشكي دانشگاه تگزاس و كمك‌هاي مردمي و پشتيباني برخي موسسات ديگر راه‌اندازي شده با سفر به نقاط مختلف جهان، جراحي‌هاي ترميمي را به صورت رايگان به افراد نيازمند ارائه مي‌كنند.

پريا اعتباري كه 24 سال دارد و از شش سالگي از ايران مهاجرت كرده و در حال حاضر دانشجوي سال پنجم دندانپزشكي دانشگاه علوم بهداشتي تگزاس است در گفت‌وگو با خبرنگار «علمي» خبرگزاري دانشجويان ايران (ايسنا) با اشاره به رنج‌ها و مشكلات عديده كودكان مبتلا به عارضه مادرزادي شكاف لب و كام اظهار داشت: به منظور رفع اين معضل و با هدف آگاهي هر چه بيشتر پزشكان، پرستاران و خانواده‌ها از اين مشكلات در كمتر از يك سال گذشته اقدام به تاسيس موسسه غيرانتفاعي Chance To Smile كرديم كه در آن از تيم‌هاي مختلف پزشكي شامل دندانپزشك اطفال، جراح فك و دهان، جراح گوش و حلق و بيني، جراح پلاستيك و جراح اطفال استفاده مي‌شود.

وي با اشاره به حضور داوطلبانه متخصصان مختلف در اين موسسه براي انجام سفرهاي خارجي گفت: نخستين سفر در سپتامبر 2006 به مكزيك و دومين سفر در مارس 2007 به نيكاراگوئه انجام شد كه به دليل عدم برنامه‌ريزي تعداد كمي از بيماران را معاينه كرديم و همه گونه درمان اعم از چرك گوش تا جراحي لوزه انجام شد كه بسيار موفقتر از سفر اول بود اما هماهنگي تمامي متخصصان براي سفرهاي دو هفته‌يي با مشكلات زيادي همراه است.

اعتباري در ادامه با بيان اين كه اين گروه از بيماران معمولا خجالتي هستند و خصوصا در سنين پايين به خاطر مشكلات زيبايي و بلع غذا به شدت از حضور در اجتماع پرهيز مي‌كنند، اظهار داشت: يكي از برنامه‌هاي موسسه اين است كه از طريق سايت خود اطلاعات عمومي و تخصصي پزشكي را درباره نحوه برخورد و غذا دادن به اين افراد را نيز ارائه كند تا زندگي اين بيماران را چه از نظر پزشكي و چه از روانشناسي ارتقاء دهيم.

مسعود سامان، ديگر دانشجوي ايراني بنيانگذار اين انجمن كه 25 سال دارد و نيز پس از اخذ مدرك كارشناسي خود در رشته علوم مغز و اعصاب، تحصيلات سال ششم پزشكي را در دانشگاه تگزاس پشت سر مي‌گذرد در خصوص علت ابتلاء برخي از نوزادان به اين عارضه به ايسنا گفت: علت عمده ابتلاء به اين بيماري سطح پايين تحصيلات و مسايلي نظير استعمال دخانيات، كمبود اسيد فوليك و ويتامين‌هاي مورد نياز بدن در دوره بارداري مادر است كه مشكلات مالي اين خانواده‌ها نيز به تمايل كمتر براي انجام جراحي‌هاي ترميمي و زيبايي منجر مي‌شود.

وي با اشاره به شيوع بالاي اين بيماري در كشورهاي مختلف جهان اظهار كرد: بر اساس آمارها به طور متوسط يك ششصدم مواليد به اين عارضه دچار مي‌شوند كه در آسيا بيشترين و در آفريقا كمترين ميزان حضور دارند و همچنين اين رقم در ميان سرخپوستان آمريكايي به يك سيصدم رسيده و در ايران يك پانصدم است.

سامان در خصوص نحوه درمان اين نوزادان گفت: جراحي‌هاي ترميمي ممكن است از سه تا 12 جراحي براي هر فرد باشد كه به طور متوسط هر بيمار بايد تحت پنج يا شش جراحي قرار بگيرد كه هزينه آنها در آمريكا حدود 40 تا 50 هزار دلار و در ساير كشورها - بدون هزينه‌هاي بيمارستاني - 300 دلار است و انجام كامل جراحي‌ها بالغ بر يكهزار تا هزار و 500 دلار هزينه دربر دارد كه البته در سفرهاي خارجي موسسه تمامي جراحي‌ها انجام نمي‌شود.

وي در خصوص مراحل مختلف جراحي‌هاي اين بيماران اظهار كرد: مراحل مختلف جراحي شامل جراحي مجاري شنوايي و تغيير آن از حالت افقي به عمومي، جراحي مجاري تنفسي و خروج لوزه‌ها، جراحي بستن سقف دهان به كمك اين وسيله ابداعي يا پيوند استخوان از ساير قسمت‌هاي بدن نوزاد، جراحي لب و بسته شدن آن، جراحي بيني و زيبايي و در نهايت رسيدگي به دندان‌ها و ارتودنسي در دو مرحله ( كوچك شدن فك بالا در سنين 4 تا 5 سالگي و صاف شدن دندان‌ها در سنين 14 تا 15 سالگي ) مي‌باشد اما ذكر اين نكته ضروري است كه درمان اين بيماران هر چه زودتر انجام شود، تعداد جراحي‌ها، كمتر و نتايج سودمندتري حاصل مي‌شود.

اعتباري كه تحصيلات كارشناسي خود را در رشته علوم مغز و اعصاب در دانشگاه دالاس گذرانده و اخيرا با ارائه مقاله‌اي رتبه سوم بيست و پنجمين دوره كنفرانس آكادمي دندانپزشكي آمريكا را كسب كرده است، درباره تحقيقات خود در اين زمينه خاطر نشان كرد: كسب جايزه سوم اين كنفرانس مربوط به ارائه مقاله‌اي با عنوان « كاربرد وسيله قالب‌گيري لثه قبل از جراحي در درمان نوزادان مبتلا به لب شكري و شكاف سقف دهان» بود كه با هدف آشنايي پزشكان و دندانپزشكان با جديدترين متد و وسايل ارتوپدي براي نزديك سازي استخوان‌هاي سق دهان پيش از عمل جراحي ترميمي شكاف سق در بيست و پنجمين دوره كنفرانس آكادمي دندانپزشكي آمريكا ارائه شد.

وي تصريح كرد: طي 10 سال گذشته ابزاري جهت نزديك كردن استخوان‌هاي سقف دهان و قابل استفاده در دوران تولد نوزاد تا سه ماهگي ساخته شده كه در صورت آگاهي پزشك جراح از وجود اين وسيله ارتوپدي مي‌توان نوزاد را به دندانپزشك معرفي كرد و از اين وسيله در اروپا بيشتر استفاده مي‌شود و بهره‌مندي از آن در نوزادان امكان بهبود را سريعتر و جراحي‌هاي كمتري را مي‌طلبد.

وي در تشريح نحوه استفاده از اين وسيله گفت: اين وسيله پلاستيكي در دو طرف سقف دهان قرار گرفته و ميله‌اي از دهان خارج و وارد بيني مي‌شود كه به صاف نگهداشتن استخوان ستون بيني براي مواجهه كمتر با مشكلات زيبايي مي‌انجامد.

دانشجويان ايراني پايه‌گذار موسسه «Chance To Smile» در پايان با ابراز علاقمندي شديد به برقراري ارتباط با پزشكان و دندانپزشكان ايراني و كمك به بهبود مبتلايان به عارضه لب شكري در كشور تاكيد كردند كه طرح ارائه خدمات به بيماران ايراني و افزايش دوره‌هاي سفر ــ به دليل مسافت طولاني ايران و آمريكا ــ و نيز ارائه اطلاعات وب سايت به زبان فارسي را در ميزگرد ماه جاري موسسه مطرح كرده و تلاش خواهند كرد امكانات اين امر را تا سال آينده فراهم كنند.



Operon

Monday, July 30, 2007

CRISTOFORO COLOMBO LOMBARDO?



UNA TESI DI LAUREA ALL'UNIVERSITÀ DI PAVIA SCIOGLIE L'ENIGMA? - TEST SULLA SALIVA DI POTENZIALI DISCENDENTI DI ORIGINE PIEMONTESE, LIGURE E LOMBARDA

L'ammiraglio Cristoforo Colombo, scopritore del nuovo mondo, non cessa di offrire spunti di interesse alla ricerca mondiale.

Per anni studiosi italiani e spagnoli ma non solo, hanno rivolto i propri studi alle origini del navigatore. Genovese o spagnolo? I suoi genitori furono veramente il tessitore Domenico e Susanna Fontanarossa?

A Pavia, una giovane ricercatrice, Natalia Lugli, 23 anni, sembra abbia sciolto l'enigma: Cristoforo Colombo sarebbe italiano e lombardo. Il suo lavoro, serio, basato su oltre 100 analisi del Dna tratto dalla saliva di altrettanti uomini - piemontesi, liguri e lombardi - con cognome, appunto, Colombo, avrebbe dimostrato che il grande navigatore era lombardo in quanto lombarda è l'origine del suo cognome. Un lavoro apparentemente fin troppo facile: basta aprire l'elenco del telefono di Milano e al nome Colombo ci sono quattro pagine di abbonati. E chi non ricorda la famosa commedia di Giuseppe Adami, 'Felicita Colombo', ricca e intraprendente salumiera milanese, interpretata da Dina Galli e poi da Valeria Valeri.

Ma la vicenda è seria e scientifica - afferma Francesco Brancati giornalista Ansa di formazione scientifica: nasce dalla volontà del professor José Antonio Lorente Acosta, Direttore del Laboratorio di Identificazione Genetica della Facoltà di Medicina dell'Università di Granada, di dimostrare, col suo 'Projecto Colon', prima che i resti conservati a Siviglia sono effettivamente di Cristoforo Colombo, poi che Colombo era spagnolo. Alla prima dimostrazione, fatta confrontando il Dna con quello dei resti del figlio e del fratello, ha collaborato anche il professor Carlo Alberto Redi del Dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Pavia nonché Direttore Scientifico del Policlinico 'S. Matteo' e Accademico dei Lincei, perché proprio a Pavia esiste un frammento di osso che un certificato notarile dell'epoca attribuisce al navigatore.

Proprio in occasione di questa collaborazione scrive Brancati - il professor Redi inviò una sua allieva, Natalia Lugli dal collega Lorente, con il quale si stabilì che entrambi avrebbero fatto ricerche per stabilire anche l'origine del cognome Colombo nell'Italia settentrionale, nella Francia meridionale e in Spagna.

"Ecco - afferma oggi Redi - la parte di ricerche italiane sta tutta nella tesi di laurea di Natalia Lugli, di cui io sono relatore e alla quale ha collaborato, in qualità di correlatore, anche il colonnello Luciano Garofano, Comandante dei Carabinieri del Ris di Parma. Perché questo tipo di 'analisi delle tracce' è molto utilizzato nella medicina forense, la specialità del Ris". Natalia Lugli, con la supervisione di questi due superesperti in biologia molecolare, ha raccolto e analizzato la saliva di oltre un centinaio di 'Colombo' di sesso maschile, piemontesi, lombardi e liguri.

Ha esaminato il cromosoma Y (che viene ereditato in via paterna) e anche il Dna mitocondriale (ereditato solo dalla madre) e, cercato in essi delle sequenze che permettono di tracciare una 'patri-linearita'. Dall'esame dei risultati - illustrati proprio ieri all'esame di laurea - ha potuto dimostrare scientificamente che il cognome 'Colombo' è fondamentalmente di derivazione lombarda, e si sarebbe poi trasferito in Spagna, passando attraverso la Francia. "Ma il problema - osserva Redi - non è risolto del tutto.

Questi risultati, infatti, verranno ora inviati in Spagna da Lorente, che nell'ultima fase del 'Projecto Colon', li confronterà con quelli di analoghe ricerche eseguite nella Francia meridionale e in Spagna, con la collaborazione di diversi laboratori di biologia molecolare, in Germania e in America. E con tutto questo - conclude il professore - credo che alla fine l'ultima parola debba spettare agli storici. Noi possiamo dare un quadro di expertise scientifica, ma spetta a loro indicare quello che c'era nelle bare esaminate".

Sisto Capra, giornalista della "Provincia pavese" segue un altro percorso. " “Cristoforo Colombo, lo scopritore dell’America, non nacque da un oscuro operaio della lana di Genova, come si è sempre sostenuto in Italia, o da un principe di Granada, come si dice in Spagna, ma fu figlio naturale di papa Innocenzo VIII e di una nobildonna. E i suoi destini sono strettamente intrecciati con Pavia. Egli avrebbe studiato alla Certosa tra i 12 e i 14 anni di età, cioè tra il 1458 e il 1461. La verità è racchiusa nella teca conservata nella Biblioteca Universitaria dell’ateneo di Pavia”. Così scriveva il prof. Roberto Biagioli al Rettore dell'Università di Pavia, invitandolo a far eseguire indagini genetiche sui frammenti conservati a Pavia.

Non è la prima volta che il caso del "Colombo pavese" viene portato all’attenzione del pubblico. Il primo a sostenere tale proposta è stato – da oltre dodici anni fa – lo studioso e giornalista romano Ruggero Marino, autore del libro “Cristoforo Colombo e il Papa tradito” (ed. RTM, 1991 e 1997) e di diversi articoli sulle vicende connesse alla “scoperta” dell’America; Marino ha svolto un interessante intervento al Simposio internazionale di San Marino sulle origini dell’uomo, ed ha invitato nuovamente alcuni ricercatori pavesi a stimolare l’Università perché dia luogo alle analisi del Dna delle ceneri di Colombo. Qualche anno fa, anche l’attore e drammaturgo pavese Francesco Di Maggio si era fatto portavoce delle sollecitazioni di Marino ed aveva invitato l’Università di Pavia e Carlo Alberto Redi a sottoporre le ceneri conservate nella Biblioteca all’esame del Dna.

I ricercatori chiedono di confrontare il Dna dei resti ossei custoditi nella teca con il materiale biologico di un vivente della famiglia nobiliare genovese Cybo, quella di Giovanni Battista Cybo, cardinale di Genova poi diventato papa col nome di Innocenzo VIII. Ve ne sono alcuni che vivono a Milano, Novara e Roma e che sarebbero pronti ad offrirsi per un’analisi in grado di gettare una nuova luce sulla scoperta dell’America. Nel caso fosse provata la consanguineità genetica, seppure remota, tra le ceneri di Colombo e il materiale biologico di un successore di Innocenzo VIII, si avrebbe l’evidenza di una traccia di parentela.
Secondo Capra, il grande Cristoforo, a differenza del fratello, non avesse natali plebei, ma di altissimo lignaggio nobiliare. E riferisce un’affermazione fatta da Papa Pio IX nel 1851, il quale disse: “Quando saranno noti quei documenti che riguardano parte del Nuovo Mondo scoperto da Cristoforo Colombo, apparirà con la più grande certezza che lo stesso Colombo intraprese il suo eccellente piano per l’impulso e con l’aiuto di questa Sede apostolica, e soprattutto con grande appoggio del clero”.

La direttrice della Biblioteca Universitaria, Anna Maria Campanini Stella, in un'intervista alla Provincia pavese, sollecita l’Università di Granada a dire ciò che sa sull’origine dello scopritore dell’America.
«Non so dove Colombo sia nato, ma sicuramente è italiano. Un grande italiano, dal cui il presente avrebbe molto da imparare. Così come un grande papa fu papa Cybo (Innocenzo VIII) che è massacrato dalla storia. Se collochiamo Colombo in Spagna e lo accettiamo come una specie di "vu cumprà" non lo capiremo mai. Se invece lo riportiamo in Italia, nell’ambito del Rinascimento e in un’operazione che fa capo alla Chiesa di Roma, Colombo si può decifrare molto più facilmente».

Fonte: http://www.marenostrum.tv

Friday, July 27, 2007

Sicko



Michael Moore
colpisce ancora. Questa volta il suo bersaglio è il sistema sanitario statunitense che costringe migliaia e migliaia di persone a morte certa perché prive di un'assicurazione. Ma questo argomento non è che il prologo di Sicko perché in un breve arco di tempo l'attenzione si concentra su quelli che invece una copertura assicurativa ce l'hanno ma scoprono che le grandi e piccole società del settore escogitano qualsiasi strategia per evitare di pagare il dovuto.
Moore conosce alla perfezione i meccanismi della denuncia e quando ci mostra persone rispedite a casa (con taxi pagato però) senza alcuna cura perchè non in grado di sostenere le spese di ricovero o un uomo che, essendosi tranciato falangi di due dita lavorando, ha dovuto scegliere quali farsi riattaccare e quali non sulla base del prezzo, colpisce il bersaglio. La situazione americana in materia ha superato il limite del sopportabile e l'accusa è precisa e circostanziata. Moore però mostra, ancora più che nei film precedenti, i suoi punti deboli. Non ama il contraddittorio se non per metterlo in ridicolo e in questa occasione ha deciso di escluderlo totalmente. Nessun dirigente delle Società di assicurazione compare nel documentario. Ciò che poi più colpisce è l'immagine da Alice nel Paese delle Meraviglie che ci propone delle società canadese, inglese e, in particolare, francese. In quei mondi tutto sembra essere perfetto e idilliaco in materia di assistenza medica. Sappiamo bene che non è così ma Moore non sa resistere alla tentazione di idealizzare rischiando così in realtà di indebolire un j'accuse assolutamente fondato.
Quando fa scorrere sullo schermo con la grafica di Star Wars l'elenco delle malattie escluse da copertura assicurativa si ride ma lo si fa con l'amaro in bocca. Quando poi ci mostra i volontari che l'11 settembre 2001 si precipitarono a Ground Zero per aiutare nei soccorsi riportando malattie croniche che nessuno si preoccupa di aiutarli a curare non si ride più. Si pensa solo al cinismo e alla retorica della dirigenza di una grande nazione che 'usa' i propri veri eroi. Moore risponde a tutto ciò con il grottesco che gli è proprio. Subissato come tutti i suoi compatrioti da informazioni tranquillizzanti sul trattamento (anche dal punto di vista medico) dei detenuti di Guantanamo decide di portare i suoi volontari malati nella base americana per garantire loro le cure che l'Amministrazione Bush dichiara di prestare ai membri di Al Qaeda arrestati. Ovviamente non riesce nell'impresa e li fa curare dai medici di Cuba nelle cui farmacie un medicinale che negli States costa 120 dollari può essere acquistato per 50 centesimi. Questo lo ha fatto mettere sotto inchiesta per espatrio illegale e altre violazioni dell'embargo nei confronti di Cuba. È il tipo di clamore che il regista cercava? Forse sì. Forse no. Nonostante le esagerazioni di cui sopra resta però nello spettatore la sensazione che Moore creda profondamente alla frase di Tocqueville che inserisce nei titoli di coda: “La grandezza di un Paese si misura sulla sua capacità di porre rimedio ai propri errori".

Per verdere tutto il film cliccate qui.

Operon

Thursday, July 26, 2007

Laser a cascata quantica



دكتر منيژه رازقي، محقق و سرپرست تيم تحقيقاتي دانشگاه «نورت وسترن» موفق به ساخت قوي ترين ليزر نيمه رسانا در جهان موسوم به ليزر كوانتوم آبشاري(Quantum Cascade Laser) شده است كه به لحاظ قدرت و كارايي ركورد ليزرهاي قبلي را شكسته است.

Prof.ssa Manijeh Razeghi, ricercatrice iraniana è riusciata a realizzare il laser semiconduttore più potente del mondo.
lei finora ha brevettato almeno 50 invezioni con il suo nome ed è autrice di 5 libri nel campo di fisica.

Operon

gravidanza tredimensionale



Cliccando qui potete vedere tutti i progressi della vita di un feto in foma 3dimensionale.
E' molto divertente!
Buona visione.


Operon

Monday, July 23, 2007

chirurgia plastica

Dott. Mehdi Mazaehri è un chirurgo iraniano che vive negli USA. Lui è il chirurgo di questa operazione spettacolare.





















Operon

Saturday, July 21, 2007

Congresso internazionale di biochimica e biologia molecolare



Questo congresso è il secondo congresso internazionale di biochimica e biologia molecolare che si svolge a Shiraz in Iran dal 29 ottobre al 1 novembre 2007.

Shiraz University of Medical Sciences with the cooperation of the Iranian Biochemical Society is honored to host the ninth Iranian Congress of Biochemistry and the second International Congress of Biochemistry and Molecular Biology in Shiraz, Iran from October 29 - November 1, 2007.
It is a great pleasure for the congress committee members to invite scientists from various countries to visit Shiraz, the cultural capital of Iran. We hope you will be able to participate in the scientific programs of this International Congress and to present your valuable research findings.
Gli interessati possono visitare il sito del congresso.
http://www.biochemiran.com/congress9

Tuesday, June 26, 2007

Congresso internazionale di Anatomia in Iran



Da 16-19 maggio 2008 si terrà a Tehran il quinto congresso internazionale di Anatomia Asia,Pacifico.

The congress scientific program is not structured any differently from all our previous congresses. This provides continuity for a format that has demonstrated itself valid and well-received by all the attendants. Teaching courses (TCs) open the congress, and you will be able to choose from a wide range of 16 topics – from basic anatomical themes to more particular or advanced aspects.

However, the strong pulse of Asian Anatomy will be most appreciated in the poster sessions which truly make up the bulk of the scientific part. A selected number of these poster presentations will be discussed with the chairperson on-site. The Tournament for young anatomists will again consist of two sessions, one on clinical anatomy, and the other on basic anatomical science. Six young anatomists in each session will discuss their personal scientific contributions. The winner of each group will receive a Prize for Young anatomists.

Finally, 15 selected focused workshops and 6 special sessions will complement the scientific program. Please keep in mind that satellite symposia are organized every day and have shown in our previous congresses to cover, with full honors, an important scientific role in dealing with aspects of anatomy more closely linked to therapeutic and daily practice.

http://www.iums.ac.ir

Monday, June 18, 2007

La compressa, denominata Ezetichol (Ezetimibe)



Per la prima volta e' stato prodotto in Iran uno dei farmaci piu' innovativi al mondo per combattere il colesterolo del sangue.

La compressa, denominata Ezetichol (Ezetimibe), e' il risultato della ricerca di esperti iraniani, ed e' prodotta e commercializzata dalla Osvah Pharmaceutical Co.

Martedi' (10 ottobre 2006) il dottor Abbas Kebriyaiezadeh, supervisore della ricerca e della produzione di Ezetichol, ha presentato il prodotto durante una conferenza stampa.

"Ezetichol è un farmaco che riduce il colesterolo del sangue, inibisce l'assorbimento del colesterolo al piccolo intestino. Ezethicol si localizza ed agisce attorno al piccolo intestino.

"Inibendo l'assunzione di colesterolo riduce il rilascio del colesterolo intestinale al fegato", ha aggiunto.

Il dottor Kebriyaiezadeh ha spiegato che una tale compressa negli Stati Uniti viene considerata un farmaco di terzo grado, e ha aggiunto che non ha particolari effetti secondari.

Inoltre, ha sottolineato che presto la Osvah Co. presentera' altri prodotti sul mercato, specificando che entro un paio di settimane partira' la produzione di una nuova medicina per combattere il diabete.

Il funzionario ha altresi' promesso che per la fine del presente anno iraniano (20 marzo) sara' commercializzato un nuovo prodotto per pazienti genetici.

Fonte: http://www.iranconsulate.net

Thursday, June 14, 2007

Scoperto interruttore in staminali del cervello che blocca la crescita dei tumori



E' una proteina-recettore delle staminali del cervello che se acceso blocca la moltiplicazione delle staminali maligne
Nelle cellule staminali del cervello esiste un "interruttore" che se viene acceso può fermare le staminali maligne che alimentano la crescita del tumore. La scoperta è stata fatta dal professor Angelo Vescovi, direttore dell'Istituto di ricerca sulle cellule staminali Dibit ospedale San Raffaele di Milano. Si tratta della proteina Bmp, è un recettore presente nelle staminali cerebrali che, se viene acceso, è in grado di bloccare la moltiplicazione delle cellule che alimentano il cancro. Vescovi ha annunciato: "Entro 6-12 mesi, se riusciremo a raccogliere tutti i dati positivi, potrebbero iniziare le prime sperimentazioni cliniche per tentare di accendere questo interruttore nelle staminali dei pazienti colpiti dal Glioblastoma". Ora i ricercatori devono raccogliere tutti i dati da presentare agli organi competenti che poi dovranno decidere se autorizzare o meno i test sui pazienti. Se i dati preliminari si dimostreranno positivi, si potrebbe partire con i primi test sui pazienti già entro 6-12 mesi. Vescovi ha concluso dicendo che non è escluso che lo stesso interruttore possa essere usato per arrestare la proliferazione di staminali sorgenti di altri tipi di tumore.

Fonte:MolecularLab.it

Wednesday, June 6, 2007

Insulina prelevate da cordone ombelicale



Dalle staminali adulte, i ricercatori sono riusciti a produrre isole di Langerhans in grado di produrre insulina

Per la prima volta sono state prodotte delle cellule pancreatiche in grado di produrre insulina, a partire da cellule staminali adulte prelevate da cordone ombelicale. Questo importante risultato è stato ottenuto da ricercatori della University of Texas Medical Branch e in collaborazione con l’Institut Universitarie de Tecnologie di Montpellier, con la Mayo Clinic e con la University of Newcastle Upon Tyne inglese. Gli autori dello studio hanno spiegato di aver prima fatto crescere un gran numero di cellule staminali prelevate da cordone ombelicale, in seguito hanno diretto la loro trasformazione in modo da far prendere loro le sembianze, e le funzioni, delle isole di Langerhans, cioè cellule del pancreas che producono insulina.
Il coordinatore dello studio Randall Urban della University of Texas ha affermato che questa scoperta indica che esistono le potenzialità per produrre insulina a partire da cellule staminali adulte per aiutare le persone che soffrono di diabete di tipo 1, tuttavia sottolinea che si tratta solo di un passo avanti in un percorso molto lungo.

Ma i ricercatori si dicono ottimisti.
La comunità scientifica invece si è dimostrata scettica nei confronti di questa scoperta. Rudolf Jaenisch, del Whitehead Institute di Cambridge in Massachusetts (USA), esperto di cellule staminali, riferendosi ad altri esperimenti simili che hanno fallito l'obiettivo o sono riusciti a produrre una scarsa quantità di insulina: "In passato questi clamori sono stati poco convincenti". I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulle versione on line di Cell Proliferation.

Fonte:http://www.molecularlab.it

Thursday, May 31, 2007

Vagina Biotech.



ROMA (Reuters) - Un medico italiano ha ricostruito la vagina di due donne nate con una rara malformazione congenita, usando le loro cellule per costruire per la prima volta il tessuto vaginale in laboratorio.

La dottoressa Cinzia Marchese del Policlinico Umberto I di Roma, fornendo i dettagli dell'operazione, ha detto a Reuters che una donna di 28 anni che si è sottoposta per prima a questa operazione l'anno scorso ora sta bene.

"Si è sposata e ha una vita normale"
, ha spiegato Marchese, il cui studio è stato pubblicato dal giornale Human Reproduction.

La seconda operazione è stata effettuata ieri su una ragazza di 17 anni.

Le due donne soffrivano della sindrome di Mayer-Von Rokitansky-Kuster-Hauser, che colpisce una neonata ogni 4.000-5.000.

Chi nasce con questa sindrome è senza vagina . Le pazienti spesso hanno un normale utero, ovaie, ma non possono avere rapporti sessuali o partorire.

"Di solito la sindrome viene diagnosticata in gioventù, quando le ragazze provano ad avere rapporti per la prima volta", spiega Marchese.

Spesso imbarazzate per parlarne con i genitori perché sono troppo giovani, le ragazze "vivono il resto della loro vita senza una normale vita sessuale, anche se sono donne normali con sentimenti normali".

Finora, i chirurghi erano in grado di correggere la condizione ricostruendo la vagina con un innesto di pelle o dal tessuto intestinale, ma la chirurgia era altamente invasiva, lunga dolorosa.

"Quello che facciamo è una piccola biopsia di 0,5 cm dal posto dove dovrebbe essere la vagina", spiega Marchese. I medici usano un enzima per spezzare il tessuto e poi permettere alle cellule immature, chiamate staminali, di generare da sé nuova mucosa.

Ci vogliono poi circa 15 giorni perché il tessuto diventi abbastanza solido per il trapianto nelle pazienti.

Marchese, professoressa di patologia clinica e biotecnologia, 47 anni, ha studiato l'uso di staminali per costruire strati di pelle in vitro da innestare agli ustionati alla Harvard Medical School con il pioniere di questa tecnica, Howard Green.

"Quando sono tornata in Italia, ho modificato questa tecnica per il tessuto della mucosa vaginale", ha spiega, aggiungendo che il suo successo potrebbe essere una buona notizia per le donne con tumore e altri problemi vaginali.
corriere della sera

Tuesday, May 29, 2007

I brevetti sugli organismi viventi

Definizione di brevetto:

lo strumento giuridico che accerta la paternità di un opera dell'ingegno.

L'inizio della corsa al brevetto si ebbe a partire dal 1980 quando la Corte Suprema degli Stati Uniti dette ragione alla General Electric che aveva richiesto il brevetto per un batterio in grado di ripulire i mari e le coste dai residui dei disastri petroliferi.

I brevetti hanno l'unico effetto (e l'evidente scopo) di istituire un regime di monopolio, in cui il primo a brevettare una sequenza genica o un procedimento biotecnologico può impedire a chiunque altro di farne uso in qualunque modo (anche se il nuovo uso non ha alcuna relazione con quello descritto nel brevetto), o esigere diritti illimitatamente alti per concederne l'utilizzo.

Le industrie biotec statunitensi dalla fine degli anni '80 hanno cominciato ad esercitare una forte pressione sui vertici della comunità europea perché venisse emanata una Direttiva sulla falsariga di quella americana. Risultato:
10 anni di dibattiti, bocciatura da parte del Parlamento Europeo nel 1995, approvazione il 12 Maggio 98 da parte del Parlamento Europeo della Direttiva 98/44/CE dal titolo "Protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche"

Cosa prevede?
La brevettabilità di materiali biologici, materiali con informazioni geniche, autoriproducibili o capaci di riprodursi in un sistema biologico, modificati con sistemi diversi da quelli naturali.

È come quella americana? Sulla carta no, perché vengono introdotti alcuni aspetti etici, ma in maniera così ambigua che viene reso tutto lecito, compresa la brevettabilità di parti e geni del corpo umano, la clonazione di embrioni umani ed il loro uso a scopi sperimentali, nonché l'appropriazione dei geni dei cittadini e della biodiversità dei popoli.

È sospetto il fatto che le stesse industrie che si battono con tutte le loro forze a favore dei brevetti rifiutino poi violentemente, in base al principio della sostanziale equivalenza, l'etichettatura indicante l'origine dei prodotti. Questo non è solo contraddittorio da un punto di vista logico (se gli Ogm sono cosí simili ai prodotti naturali da non dover essere identificati da una specifica etichetta, dov'è la «novità sostanziale» che la legge esige come presupposto indispensabile alla concessione di un brevetto?), ma è estremamente disonesto e pericoloso.


L'esorbitante numero di brevetti sul vivente attualmente in vigore sta avendo l'effetto di paralizzare la ricerca biologica e medica.

Esempi di cosa ha portato la brevettabilità in un crescendo di confusione:


- Negli Stati Uniti, dove il brevetto sul vivente esiste sin dal 1980, la Byocite ha ottenuto il brevetto sulle cellule del cordone ombelicale umano, prezioso nel trattamento delle malattie del midollo osseo: nel territorio americano, se un medico vuole usare queste cellule a scopi chirurgici o per una trasfusione, deve pagare i diritti alla Byocite.

- L'industria farmaceutica Pharmacia & Upjohn ha ab­bandonato le ricerche su un medicinale per la cura dell'emofilia che si trovava già in uno stadio avanzato di sperimentazione clinica e garantiva ottimi risultati: l'unico motivo per cui la Pharmacia & Upjohn ha deciso di non metterlo sul mercato è stato il contrasto con un'altra ditta che detiene il brevetto sul fattore ricombinante alla base del prodotto, con cui non è stato possibile raggiungere un accordo sul pa­gamento dei diritti.

- Nel 1995 la ditta farmaceutica Boehringer, che possiede il brevetto di base sull'interferone, ha vinto un processo contro un'altra compagnia che aveva messo a punto un medicinale a base di interferone con un'indicazione completamente nuova (la cura dei reumatismi); la Boehringer ha affermato di non avere alcuna intenzione di sviluppare un farmaco a base di interferone per questa nuova applicazione ma di voler semplicemente impedire a chiunque di utilizzare il suo brevetto.

- È stata richiesta da un altra compagnia americana, la Human Genome Sciences , all'Ufficio Europeo dei brevetti, il brevetto per l'intera sequenza genica del meningococco, uno dei batteri che causano la meningite. Tale brevetto, se concesso, bloccherà la ricerca su una delle malattie piú gravi che stanno tornando a minacciare l'umanità: nessuno potrà piú manipolare il batterio della meningite per scoprire o per perfezionare un vaccino, se non dopo il pagamento dei diritti alla Hgs.

-
L'informazione genetica di tutta la popolazione dell'Islanda (che ha particolare interesse scientifico, non solo per la sua «purezza» genetica, ma anche per gli archivi islandesi che, risalendo indietro di molte generazioni, permettono un'accurata indagine genealogica) è stata ceduta dal governo islandese a un'azienda farmaceutica. Quest'ultima potrà farne l'uso commerciale che vorrà.

Da sottolineare inoltre che le proprietà di ciascun gene dipendono da un complesso di fattori cromosomici, cellulari, fisiologici ed evolutivi. Uno dei requisiti preliminari per la richiesta di un brevetto è la capacità di descrivere esaurientemente l'oggetto della richiesta: questo requisito, facile da soddisfare per un macchinario, è di difficoltà enorme per un gene.

Fonte: http://pacifici-net.it

Sunday, May 27, 2007

Sindrome di Rubinstein-Taybi



Sindrome di Rubinstein-Taybi
La sindrome è stata descritta per la prima volta da Rubinstein e Taybi nel 1963.
Denominazioni alternative. Sindrome con pollici e alluci larghi.
Incidenza/prevalenza. L’incidenza è 1/125.000 nati vivi. Interessa entrambi i sessi e tutti i gruppi razziali.

Aspetti genetici.
Si suppongono microdelezioni nel braccio corto del cromosoma 16 (regione 16p13.3).
Accrescimento fisico e sviluppo motorio.
Le principali caratteristiche standard sono: bassa statura, microcefalia, alluci e pollici larghi (qualcuno per farsi capire dice “a spatola”), naso prominente e aquilino (a becco) con ponte ampio, ipertelorismo (distanza tra gli occhi superiore alla media), fessure palpebrali discendenti, strabismo, bocca piccola con labbro inferiore sporgente, anomalie anatomiche del cavo orale (ad esempio palato stretto), delle pareti laringee e dei padiglioni auricolari. L’età ossea è ritardata. Sono frequenti le fratture ossee. Sono possibili anomalie della colonna cervicale. L’andatura tende ad essere rigida (70-80%). Ipotonia nel 70% circa dei casi. Criptorchidismo nell’80% dei maschi.
Nell’infanzia si hanno difficoltà di alimentazione, peso inferiore, reflussi, vomiti e infezioni respiratorie in circa un terzo dei casi. Ulteriori complicazioni: cardiopatie congenite (33% o più), anomalie dentarie (66%), stipsi (75%), problemi a livello oculare, convulsioni (25%).

Le femmine tendono ad essere sovrappeso.
Sviluppo cognitivo. Ritardo di diversa intensità (QI medio fra 50 e 60 secondo alcune ricerche; attorno al 40 secondo altre; importante è l’età dei soggetti, poiché nel ritardo mentale, e anche in questo caso, si ha spesso tendenza a decremento del QI con il passare dell’età) nella grande maggioranza dei soggetti. Difficoltà di attenzione.

Sviluppo comunicativo e linguistico.
Tendenzialmente inferiore alle prestazioni cognitive, soprattutto per quanto riguarda la produzione linguistica.

Autonomia e sviluppo sociale.
Tendenzialmente in pari con l’età mentale o superiore; superiore alle prestazioni linguistiche.
Prevalentemente sono segnalati tratti di personalità positivi (ad esempio bambini adattabili e affettuosi).
La dipendenza dagli adulti, riscontrata in alcune ricerche, potrebbe essere più tipica del ritardo mentale in generale che non della sindrome specifica.
E’ stata segnalata la tendenza a dormire molto durante il giorno (soprattutto in età avanzate)
Fonte:http://www.ritardomentale.it

Prof. Hooshang Taybi(1919-2006) Nasce a Malayer in Iran e muore negli USA. Per leggere la sua biografia e vedere le foto visitate il sito dei radiologisti iranaini.

Saturday, May 26, 2007

La pecora-chimera con il 15% di geni umani



Creata prima pecora-chimera con il 15% di geni umani
E' stata creata una pecora con il 15% di geni umani. E' stata creata da ricercatori dell'Università del Nevada guidati da Esmail Zanjani. In termini tecnici si tratta di una "chimera" cioè un organismo che contiene nel proprio patrimonio genetico dei geni non omogenei ed è la prima volta al mondo che ne viene creata una.
L'animale è stato creato all'interno di un ciclo di ricerche che hanno come obiettivo quello di creare degli animali con organi che possano essere utilizzati nei trapianti sull'uomo.
Per crearla, i ricercatori hanno iniettato cellule staminali prelevate dal midollo di un donatore umano nel peritoneo di un feto di pecora. L'agnello nato con questa tecnica possiede una percentuale di tessuti di tipo umano. Gli scienziati sperano un giorno di poter trapiantare organi come fegato, cuore, polmoni prelevati da queste "chimere" in pazienti e senza pericolo di nessun rigetto.
Nel 2003 Zanjani aveva già annunciato di aver creato un pecora il cui fegato aveva il 7% di materiale umano.

La notizia ha destato negli scienziati molto interesse e in Inghilterra alcuni gruppi di ricerca hanno chiesto l'autorizzazione per lavorare sugli animali-chimera.
Per contro sono aumentato le polemiche dal punto di vista etico e scientifico infatti, secondo alcuni esperti, trapiantando organi da animali c'è la possibilità che si trasmettano all'uomo dei virus che negli animali sono invece innocui.
Fonte: Molecularlab.it

Friday, May 25, 2007

Riso transgenico in Iran



Nei dieci anni trascorsi dal loro primo impiego le varietà GM hanno superato la soglia dei 400 milioni di ettari complessivi, e nel solo 2005 la superficie è stata di oltre 90 milioni di ettari (+11% rispetto agli 81 milioni del 2004) in 21 Paesi in tutto il mondo. Di questi, 11 sono Paesi in Via di Sviluppo e raccolgono il 90% degli agricoltori che hanno deciso di adottare questo tipo di tecnologia. Nei quattro paesi che si sono aggiunti rispetto al 2004 risultano Francia, Portogallo, Repubblica Ceca, dove è stato coltivato mais Bt e l’Iran, dove sono stati coltivati per la prima volta circa 4 mila ettari di riso Bt. Infatti Iran e Cina rappresentano i due paesi più all’avanguardia nel processo di sviluppo e commercializzazione del riso transgenico, la cui coltivazione su ampia scala avrà molto probabilmente forti ripercussioni sia a livello locale, ma soprattutto a livello globale per quel che riguarda l’accettazione generale di questo tipo di prodotti. Dai dati risulta che anche nel 2005 la soia continua ad essere la principale coltura biotech impiegata nel mondo, occupando 54,4 milioni di ettari (60% della superficie totale di colture biotech), seguita dal mais (21,2 milioni di ha, cioè il 24%), cotone (9,8 milioni di ha, 11%) e colza (4,6 milioni di ha, 5%).
Per quanto riguarda i tratti maggiormente diffusi nel 2005 il principale è stato quello di tolleranza agli erbicidi, in particolare in varietà di soia, mais, colza e cotone, coltivate su 63,7 milioni di ettari; il carattere Bt di resistenza agli insetti parassiti è stato invece impiegato complessivamente su 6,2 milioni di ettari e sempre maggiore diffusione hanno ottenuto le varietà “stacked”, quelle cioè in cui sono presenti più caratteri migliorativi, coltivate nel 2005 su 10,1 milioni di ettari complessivi. In particolare negli USA le varietà stacked hanno rappresentato il 20% della superficie totale coltivata con piante biotec, e in questo stesso Paese hanno fatto la loro comparsa per la prima volta sul mercato anche varietà in cui sono presenti tre caratteri migliorativi. L’ISAAA conclude dicendo che ci sono i presupposti per un cauto ottimismo che questo sorprendente successo nella diffusione delle colture biotec, testimoniato dai primi dieci anni di commercializzazione (dal 1996 al 2005), possa continuare e forse persino aumentare ulteriormente nella prossima decade. L’adozione delle buone pratiche agricole rimane tuttavia un elemento critico sempre molto importante, così come la corretta quanto responsabile gestione dei nuovi prodotti messi a disposizione dalle moderne biotecnologie soprattutto nei paesi in via di sviluppo, che ne saranno probabilmente i principali utilizzatori.
Fonte:www.isaaa.org
Per visitare il sito della biotecnologia agraria iraniana clicca qui.

Thursday, May 24, 2007

Cellule staminali



Una chance contro la sterilità

Un vero e proprio trapianto di spermatozoi, prodotti da cellule staminali dell'individuo stesso, per sconfiggere definitivamente la sterilità maschile; l’obiettivo è ambizioso, ma probabilmente è relativamente vicino. Non si realizzerà forse nell'arco di pochi mesi, ma nel giro di qualche anno, probabilmente, sì. Un importante passo avanti in questa direzione è stato fatto con la scoperta di un team di scienziati inglesi che, utilizzando cellule staminali umane adulte prelevate dal midollo osseo, è riuscito ad ottenere spermatozoi ”primordiali”.
L’equipe guidata da Karim Nayernia, dell'England Stem Cell Institute (Nesci) di Newcastle, in Inghilterra, ha ottenuto risultati considerati di ''enorme valore scientifico”: in particolare gli scienziati hanno ricavato in laboratorio spermatozoi ad uno stadio iniziale, ovvero al livello di cellule germinali spermatogoni, partendo da cellule staminali del midollo osseo prelevate da volontari. Il risultato, pubblicato sulla rivista scientifica “Reproduction”, apre la strada a nuove speranze e interessanti sviluppi che potrebbero cambiare la vita di milioni di persone.
Per arrivare a questo traguardo gli scienziati hanno isolato dal midollo osseo di alcuni volontari maschi un tipo particolare di cellule staminali, chiamate mesenchimali, già note per la loro capacità di “evolversi” trasformandosi in vari tessuti e in muscoli. Queste cellule sono state coltivate in laboratorio e portate a trasformarsi in cellule riproduttive maschili, ovvero cellule germinali. A questo punto, l’utilizzo di markers genetici ha dimostrato la presenza di cellule staminali spermatogoni, ossia di spermatozoi allo stadio primordiale che, normalmente, nel maschio maturano fino a diventare spermatozoi adulti. In laboratorio, però, gli scienziati si sono fermati prima che le cellule-spermatozoo potessero acquisire una piena funzionalità.
Secondo Nayernia, “sulla base di risultati analoghi già ottenuti nei topi, pensiamo di poter sviluppare la ricerca ulteriormente. Il nostro prossimo obiettivo è riuscire a fare in modo che le cellule si sviluppino in laboratorio in cellule-spermatozoo mature, e questo richiederà un periodo di sperimentazione dai tre ai cinque anni”.


Anche se la prudenza è d’obbligo visto che saranno necessari ancora alcuni anni prima di poter valutare esattamente le potenziali applicazioni in termini di trattamenti contro
l'infertilità dell'uomo. la scoperta rappresenta una vera e propria svolta, L’endocrinologo e direttore del dipartimento di Andrologia dell'Università La Sapienza di Roma, Andrea Lenzi commenta: ''La scoperta dimostra che esiste la possibilità che, in futuro, un soggetto totalmente sterile possa avere impiantate a livello testicolare delle cellule-spermatozoo ottenute in laboratorio utilizzando le sue stesse cellule staminali del midollo. Ciò sconfiggerebbe la forma più grave della sterilità, quella 'assoluta' in cui l'uomo non ha alcuna produzione di cellule germinali''. Lo scienziato sottolinea che si tratta di un obiettivo realizzabile, anche se molti passi sono ancora necessari e se al momento non ci sono risposte circa l'efficacia che queste cellule-spermatozoo potrebbero avere una volta impiantate nei testicoli.

In ogni caso la speranza di riuscire a vincere la sterilità maschile sembra, comunque, farsi più concreta, anche perchè lo studio utilizza cellule staminali adulte e non embrionali, mettendo d'accordo l'intero mondo scientifico e superando gli ostacoli etici.
Fonte:http://www.tgcom.mediaset.it

Wednesday, May 23, 2007

Convegno su bioetica e utilizzo embrioni umani



A Roma si è svolto un convegno su bioetica e utilizzo embrioni umani
Religiosi e scienziati si sono confrontati sul tema dell'inizio della vita umana
Si è svolto un convegno dal titolo "Bioetica, Cellule Staminali, Embrione Umano: il Pensiero Religioso e Laico" presso la sala del Grand Hotel Parco dei Principi di Roma dove si tiene il "Cord Blood Transplant European Conference" di cui Franco Mandelli è Presidente onorario. Il dibattito è durato quattro ore e alla presenza di più di mille persone.
Erano presenti tre esponenti religiosi: don Andrea Manto, docente di Teologia Morale della Pontificia Università Lateranense; Riccardo Di Segni, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma; l’ambasciatore Mario Scialoja, membro del Centro culturale Islamico; lo psichiatra Massimo Fagioli, il bioeticista Maurizio Mori e il filosofo Eugenio Lecaldano. A coordinare gli interventi l'ematologo Lucio Luzzatto dell’Istituto Toscano Tumori di Firenze.
Durante la discussione, don Manto ha ribadito un deciso "no" all'utilizzo degli embrioni per la ricerca e la sperimentazione a fini terapeutici, anche se si tratta degli embrioni cosiddetti sovrannumerari. A questa tesi si sono contrapposti i "sì" di Scialoja, Di Segni, Mori, Fagioli e Lecaldano che hanno ribaltato l'impostazione religiosa sull'inizio della vita.
Fagioli ha affermato: "Ci vuole la nascita, il vagito, il respiro per avere la vita umana: è solo alla nascita che si attiva e si forma per la stimolazione della retina da parte della luce il pensiero umano non ancora verbale ma fatto di immagini".
Sempre secondo Fagioli: la retina è la parte della sostanza cerebrale più esposta all'esterno e la sua importanza è dimostrata dal fatto che solo a partire dalla 24esima settimana (quando si forma la retina) che il feto "ha possibilità di vita". Quindi mentre lo psichiatra pone l'inizio della vita umana alla nascita (prima il feto è vitale, non vivo e lo diventa quando si forma il pensiero), don Manto invece ribadisce l'inizio della vita umana "a partire dal concepimento".
Secondo il filosofo Lecaldano, il credo religioso ostacola la ricerca scientifica, mentre il bioeticista Mori sostiene che è dimostrato scientificamente che l'embrione non è ancora una persona ma potrà diventarlo, quindi: "vietare la ricerca sulle cellule staminali in ragione del fatto che l’embrione sia uno di noi, è un danno al progresso della medicina che ha la possibilità, oggi, di passare da riparatrice a rigeneratrice di organi. Quindi non vedo nulla di male nel creare appositamente degli embrioni per la loro utilizzazione ai fini della ricerca scientifica", ha concluso il bioeticista.
Le posizioni dell'Ebraismo e dell'Islam sono state chiarite da Di Segni e da Scialoja. "Riteniamo del tutto legittima - ha sostenuto Di Segni - la ricerca scientifica sugli embrioni a tre condizioni: se l’embrione è in vitro cioè extracorporeo alla donna; se ha meno di 40 giorni e se il fine è salvare altre vite umane". L’uovo fertilizzato e isolato non è ancora una persona e quindi non ha le stesse tutele. Scialoja ha sottolineato che queste posizioni sono condivise dalla religione islamica: "per il Corano il feto diventa essere umano successivamente e non al concepimento: dunque la distruzione di un embrione non è infanticidio". Inoltre, ha aggiunto che per l’Islam "la ricerca sugli embrioni sovrannumerari è anzi un obbligo per raggiungere maggiori conoscenze, anche se siamo contrari alla creazione ad hoc di embrioni da usare per la ricerca". Concludendo ha sottolineato che in Iran, Egitto, Turchia, Arabia Saudita e Singapore sono in corso studi su cellule staminali embrionali: nel mondo islamico c’è un consenso per un uso responsabile degli embrioni ai fini della ricerca".
L'incontro e il dibattito con il pubblico è stato animato ed intenso e al termine, William Arcese, ematologo dell’Università romana di Tor Vergata si è detto molto soddisfatto: "È stato qualcosa di inaspettato e di inusuale".
Fonte: http://www.molecularlab.it

Tuesday, May 22, 2007

Vaccino contro la leishmania

Vaccino contro la leishmania, in Iran primi test all’Istituto Pasteur

In Iran, ricercatori dell'Istituto Pasteur hanno riferito di aver realizzato un vaccino contro la leishmania utilizzando una tecnica di ingegneria genetica, e sono in procinto di testare il vaccino in modelli animali.
Il nuovo impianto di produzione farmaceutica dell'istituto, che ha già prodotto un milione di dosi di vaccino per l'epatite B ed è stato designato per la produzione di eritropoietina, l'interferon alfa e la streptochinasi, è stato inaugurato dal Presidente Mahmoud Ahmadinejad. SCRIP World Pharmaceutical News.
Fonte:http://www.iss.it

Monday, May 21, 2007

Royan-SHA-C2(Dolly iraniano)



Clonata in Iran la prima pecora del Medio Oriente, una vita durata cinque minuti

Sabato mattina (30 settembre 2006) i ricercatori del centro di ricerca Royan, dal nome della citta` (sita nell`Iran) centrale, hanno scelto da una lista di proposte il nome per il primo agnello clonato in Iran.
Sulla base di una relazione del centro inviata martedi` all`IRNA la pecora è stata chiamata ' Royana ', dal nome dell`antica citta` in cui sorge il centro in cui e` nata.
Royana è il secondo agnello clonato in Iran.

Il primo era morto nello stesso centro nell`agosto scorso cinque minuti dopo la nascita.
Nella relazione si dice che gli stato dato il nome scientifico ' Royan-SHA-C2 ' .

Nel documento, che riporta le osservazioni del dr. Gourabi, uno dei ricercatori del centro, si spiega che il nome scientifico e` dato dalla somma fra il nome del centro –Royan - in cui e` nata Royana, piu` l`abbreviazione –SH- che indica trattarsi di pecora (sheep), piu` l`abbreviazione –A- che indica la razza della pecora (Afshari) , inoltre – C – sta per clonato e -2- che e` la seconda pecora clonata nel Paese.

Nata con parto cesareo Royana non era inizialmente in buone condizioni, ma si e` subito ripresa grazie all`intervento dell`equipe medica del centro.
La clonazione è una tecnologia sviluppata dai paesi avanzati.
Per gli esperti iraniani accedere a tale tecnologia significherebbe poterla utilizzare nei differenti campi del trattamento medico.
Un altro ricercatore del centro aveva in precedenza dichiarato all'IRNA che una combinazione fra i metodi di clonazione e i nuovi progressi fatti dai fisici iraniani per il trattamento delle lesioni spinali permetterebbe di aumentare le possibilita` di intervento su tali lesioni.


Fonte:www.iranconsulate.net

Sunday, May 20, 2007

La lotta biologica alle zanzare




Riprende la lotta alle zanzare. Anche per il 2007 il Comune di Alessandria è capofila del progetto nell’alessandrino impiegando lotta biologica ed integrata. Nel corso degli anni il progetto ha interessato sempre più Comuni, fino a 29, pari al 23% dell’intero territorio della provincia di Alessandria, che interesserà un bacino di utenza di circa 190.00 abitanti, pari al 44% dell’intera popolazione della provincia.

Nel portare avanti il progetto i Comuni interessati si avvalgono della collaborazione dell’entomologo Asghar Talbalaghi, che è anche il direttore per Italia dell’EMCA (Euoropean Mosquito Control Association).

“ Oltre ad essere soddisfatti – dice l’Assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria – per aver dato inizio ai trattamenti con l’anticipo necessario, siamo consapevoli che la soluzione al problema delle zanzare richiede sforzi enormi per trattare gli habitat di proliferazione delle zanzare che si trovano oltre i confini provinciali e regionali, per questo ci siamo impegnati per ottenere la fattiva collaborazione di altre amministrazioni. Siamo quindi lieti di aver ricevuto l’adesione del Comune di Tortona, che contribuirà positivamente ad ampliare l’area provinciale trattata”.
Tratto dal sito: http://www.giornal.it
Per vedere il sito di EMCA clicca qui.

Il premio della Fondazione Pezcoller e l'AACR a una scienziata iraniana



Mina Bissel è una biologa straordinaria e le sue scoperte hanno avuto un enorme importanza nella comprensione dei meccanismi per cui le cellule proliferano, si differenziano, diventano cancerose, o infine, muoiono. Leader riconosciuta nello studio delle matrici extracellulari, con le sue intuizioni ha rivoluzionato le conoscenze di base della biologia del cancro.

Il premio della Fondazione Pezcoller e l'AACR (la statunitense associazione ricerca cancro), l' International Award for Cancer Research viene assegnato quest'anno a Mina Bissell del Lawrence Berkeley National Laboratory, California. La vincitrice è stata riconosciuta, in una lista di quasi 30 candidati da tutti i paesi del mondo, quale autentica leader negli studi della matrice extracellulare. In particolare le sue scoperte hanno portato un enorme contributo nella comprensione dei meccanismi con i quali le cellule viventi proliferano, si differenziano, diventano tumorali ed infine muoiono. Studi fondamentali per la biologia dei tumori ed in particolare di quelli della mammella.
La selezione è stata effettuata da un Comitato Scientifico Internazionale, riunito a Boston nel dicembre scorso, composto da otto scienziati, quattro europei e quattro americani, con la partecipazione del direttore generale della Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro e del presidente della Fondazione Pezcoller. La Bissell è iraniana ed ha lasciato l'Iran giovanissima con una borsa di studio per gli Usa. Si è laureata all'Università di Harvard dove ha anche ottenuto il Ph.D. in microbiologia molecolare e genetica. Si è trasferita a Berkeley già nel 1972, dove ha fatto la maggior parte delle sue rivoluzionarie scoperte. Al Meeting di metà aprile dell'AACR di Los Angeles è stato così celebrato il decimo premio annuale della Fondazione Pezcoller in collaborazione con la Associazione Americana e, contemporaneamente, il centenario della associazione stessa, la più antica e la maggiore al mondo nel campo della ricerca sui tumori(conta 25 mila iscritti).
In giugno la Fondazione Pezcoller organizza a Trento il suo diciannovesimo Simposio annuale sulle ricerche cliniche nei tumori basate su ipotesi biologiche. In settembre verrà consegnato a Luigi Chieco Bianchi, professore emerito all'Università di Padova, il premio Pezcoller per una vita dedicata all'oncologia, dato in collaborazione con la Federazione Europea delle Società del Cancro.

Di Gios Bernardi, Presidente Fondazione Pezcoller.
Fonte.http://www.repubblica.it