Friday, August 17, 2007

I mormoni e la ricerca con le staminali embrionali



Per la maggioranza delle persone di fede, l'uso di cellule staminali embrionali e' questione filosofica: in quale momento una cellula diventa un essere umano?
La risposta piu' comune e': al momento della concezione, quando l'ovocita incontra lo sperma.
Ma per i mormoni la risposta e' differente, cosi' come e' diversa la loro concezione del corpo e dell'anima, lasciando aperta la porta alla ricerca con le staminali embrionali, senza timori di violazioni etiche. Lo ha spiegato Rick Jepson durante un forum indipendente di mormoni riunitosi la scorsa settimana a Salt Lake City.
Jepson, che lavora con i pazienti con problemi ai reni, ha iniziato il suo intervento parlando della biologia del corpo umano e del suo sviluppo. Dopo la fertilizzazione dell'ovocita, la cellula inizia a duplicarsi ripetutamente. Durante i primi sei-sette giorni, queste cellule non si differenziano e possono cosi' formare qualsiasi organo o tessuto.
Ma questo ammasso di cellule e' o no un essere umano? Secondo Jepson, la risposta e' no.
Solo dopo due settimane, queste cellule cominciano a differenziarsi e cominciano a dare forma ad un individuo. "Questo e' il primo momento in cui si puo' dire che si tratta di una vita umana", ha detto Jepson, facendosi forte anche della posizione ufficiale della Chiesa dei mormoni.
Per i mormoni, le anime di ogni singolo individuo esistono prima che la vita nasca e dopo la sua morte. Sono esseri non creati ed eterni. Brigham Young sostiene addirittura che la vita abbia inizio quando una madre sente il feto muoversi in pancia. Quei feti che muoiono prima di nascere non producono la morte dell'anima, che puo' rientrare nella pancia di una donna per un secondo tentativo. Uno dei leader dei mormoni, J. Reuben Clark, sostiene che lo spirito non entra nel corpo se non al momento della nascita, anche se tiene d'occhio lo sviluppo del feto.
Da parte sua, la Church of Jesus Christ of Latter-day Saints non ha preso posizione sull'inizio della vita e sulle cellule staminali. Secondo un sondaggio del 2001, il 62 per cento dei cittadini dello Utah (tra cui il 56 per cento dei mormoni ed il 47 per cento dei conservatori) e' favorevole alla ricerca.
Il senatore repubblicano Orrin Hatch, anch'egli mormone, e' favorevole alla ricerca con le staminali embrionali, cosi' come l'altro senatore dello Utah, Bob Bennett, ed il deputato democratico Jim Matheson.
"Questo coro di mormoni pro-ricerca" potrebbe spingere altri conservatori cristiani a sostenere la ricerca con le staminali embrionali, ha detto Michael Goldsmith, docente di legge alla Brigham Young University.
Per due mesi, Goldsmith ha tentato di porre fine a luoghi comuni riguardanti i mormoni, come quello secondo cui la sua chiesa sarebbe contraria alla ricerca, o che sosterrebbe la maggiore potenzialita' delle staminali adulte sopra quelle embrionali.
Queste sono false credenze, dice Goldsmith, che non fanno bene alla Chiesa dei mormoni, alla sua dottrina e alla sua etica. "Creiamo un esercito di missionari mormoni per promuovere la ricerca con le staminali embrionali. Questo e' un cambiamento per cambiare il mondo".
Fonte:http://staminali.aduc.it

Cremona. Centro raccolta staminali di cani e gatti per futuri cloni


Nutrono e coccolano il cucciolo di casa come fosse un figlio. E quando muore non si rassegnano alla perdita, fino al punto di pagare una retta mensile per conservare le cellule del proprio beniamino in un centro ad hoc.
Nella trepidante attesa di trovare una struttura disposta a produrre cani e gatti fotocopia. La 'banca della speranza' italiana ha sede a Cremona, presso il Laboratorio di tecnologie della riproduzione (Ltr) diretto da Cesare Galli, 'papa' del toro Galileo e della cavalla Prometea.

"La nostra struttura non lavora direttamente sugli animali da compagnia -spiega l'esperto all'ADNKRONOS SALUTE. Ma esperimenti statunitensi e coreani hanno dimostrato che clonare cani e gatti e' tecnicamente possibile. Percio', circa tre anni fa, abbiamo istituito una banca delle cellule per stoccare, congelato in azoto liquido, il materiale genetico fornito dai padroni che hanno amato moltissimo il loro pet defunto" e che sognano di farlo rivivere. "Al momento conserviamo le cellule di una decina di cani, una ventina di gatti e persino di qualche cavallo", aggiunge Galli.
Ai proprietari disperati Galli non vuole dare illusioni, ma neppure togliere la speranza.
"Ai clienti, che pagano una quota per il deposito e successive rate mensili di una decina di euro diciamo appunto che clonare cani e gatti e' possibile, pur con limiti tecnici e a prezzi molto elevati. Al momento non esiste praticamente alcun centro che lo faccia di routine, ma se un giorno ci fossero strutture specifiche potremmo inviare le cellule dalla nostra banca al centro estero".
Gli utenti della biobanca cremonese vengono informati su ogni dettaglio, garantisce l'esperto. Anche se, "in genere, si tratta di persone perfettamente aggiornate su ogni novita' in materia. Fanno ricerche su Internet e leggono moltissimo", e sono quindi loro a farsi sentire per discutere della notizia di turno. Per qualcuno, poi, l'esigenza di salvare almeno alcune cellule di 'fido' e 'micio' e' piu' che altro un palliativo psicologico: "Superato il trauma della perdita e metabolizzato il lutto a volte si tranquilizzano e non ci pensano più".
Fonte:http://staminali.aduc.it

Smart Bank: perche' conservare le staminali del cordone



Intervento della dott.ssa Irene Martini, responsabile scientifica Smart Bank (*)
Il dibattito sulla conservazione autologa o la donazione del cordone ombelicale pone i genitori di fronte ad una scelta difficile soprattutto per la scarsa informazione che circola a riguardo benche' ogni giorno sulla stampa appaiono articoli, gestiti da opinionisti, che dicono tutto e il contrario di tutto, promuovendo un discorso emozionale e ben poco scientifico.
Il personale sanitario ha il dovere di essere informato correttamente sulle potenzialita' delle cellule staminali cordonali perche' i genitori chiedono sempre un parere sull’argomento al proprio ginecologo e alle ostetriche.
Di fatto molti ricercatori investono la loro carriera sulla medicina rigenerativa e i fondi stanziati dalla Commissione Europea per il VII programma quadro sono aumentati vertiginosamente. Le nuove frontiere della ricerca parlano di trials nella distrofia muscolare previsti per il 2008, di ricostruzione di tendini e legamenti, di ricostruzione della mucosa vaginale a partire da staminali autologhe, di produzione di insulina a partire da cellule staminali cordonali, di uso di staminali per la cura della cecita'. Queste le novita' del mese di giugno 2007. E’ una vera corsa contro il tempo.
La conservazione autologa ha come enorme vantaggio quello di generare un potenziale per uso autologo, per donazione intrafamiliare e per donazione eterologa seguendo dei protocolli di crioconservazione che operano ai massimi livelli di efficienza. I genitori hanno in tal modo la possibilita' di scegliere se e quando donare, sulla base di una reale compatibilita' del materiale biologico con il soggetto ricevente e sulla base di informazioni specifiche del loro campione come la vitalita' cellulare al momento della crioconservazione, la quantita' di cellule CD34+, la quantita' di cellule mononucleate, il volume del prelievo oltre al controllo microbiologico del campione cosi' come delle patologie trasmissibili da parte materna secondo la normativa europea sui trapianti in vigore da aprile 2006. Di fondamentale importanza e' quindi l’opportunita', nel caso in cui si voglia donare, di effettuare la tipizzazione HLA, allo scopo di rendere reperibile il campione conservato privatamente sui registri internazionali secondo i criteri formulati dalla III edizione del FACT-NETCORD pubblicata nel gennaio 2007.
Statistiche relative all’uso autologo di cellule staminali di origine midollare parlano di 1:20.000 di possibile utilizzo sulla base dell’incidenza delle patologie per le quali oggi si fa uso clinico delle cellule staminali nei trapianti. Statistiche di istocompatibilita' delle cellule di origine midollare per l’uso eterologo mostrano che esiste 1:40.000 di trovare un soggetto compatibile a livello della popolazione mondiale secondo i criteri di alta risoluzione di sovrapposizione HLA (loci A, B, Cw, DR e DQ). E’ quindi vero che tanti bambini sono in cerca di un donatore e che non sempre vi sono i requisiti di elegibilita' per essere considerati potenziali donatori.
Questi dati sono relativi alle cellule staminali di origine midollare perche' non esistono ancora statistiche rilevabili sulle cellule staminali di origine cordonale ovvero non si sono ancora verificati un numero di eventi tale da avere rilevanza statistica.
Le caratteristiche delle cellule di origine cordonale pongono, oggi, l’accento sulle loro qualita' più che sui loro limiti: maggiore versatilita', maggiore plasticita', non invasivita' del prelievo, reperibilita' immediata, maggior successo nell’engrafment, minore probabilita' di rigetto. Unico limite? Il numero. La media dei prelievi italiani stimata da Smart Cells International e' di 2.700.000 cellule CD34+ con un numero di leucociti pari a 730.000.000 e un corrispondente volume di prelievo pari a 98cc. Medie superiori ai quantitativi registrati dal servizio nazionale del sangue del Regno Unito pubblicate il 7 giugno scorso sulla rivista Stem Cells dove si registra negli ultimi dieci anni una media di 2.300.000 cellule CD34+.
E’ quindi importante conservare il sangue cordonale? Si', in assoluto, su questo tema le voci sono concordi nel considerare un errore quello di buttarlo via come rifiuto biologico perche' e' una fonte di vita. I protocolli sui trapianti di ultima generazione ricorrono a trapianti misti di sangue autologo ed eterologo o di sangue eterologo proveniente da due diverse fonti compatibili, quando reperibili, perche' cio' tende a massimizzare la quantita' di cellule staminali trapiantate e ad attenuare i problemi legati al rigetto e ad una forma di patologia nota come il VHGD (versus host graft disease).
Secondo i dati dei centri trapianti internazionali, le patologie che trovano maggior supporto dalle cellule staminali cordonali sono la leucemia linfoblastica acuta (ALL), la leucemia mieloide acuta e cronica (AML), le immunodeficienze e le talassemie.
Smartcells International, solo nel 2006, ha corrisposto a tre richieste di espatrio di cellule staminali cordonali per uso eterologo intrafamiliare per la cura della talassemia.
Uno dei vantaggi di maggior rilievo della conservazione autologa e' la disponibilita' di cellule staminali per uso intrafamiliare vista la elevata omologia di istocompatibilita' all’interno del nucleo familiare pari 1:4 dei casi.
Singapore, dicembre 2005: un bambino di Dubai affetto da talassemia ha ricevuto un trapianto di cellule staminali cordonali derivate dalla sorellina e conservate nell’aprile 2005. Il trapianto e' avvenuto con successo e il bambino non necessita piu' di trasfusioni. Prima del trapianto questo bambino riceveva trasfusioni mensili soffriva di complicazioni indotte dalla patologia e dai trattamenti terapeutici e aveva una aspettativa di vita non superiore ai 35 anni.
USA, North Carolina, agosto 2006: alla Duke’s University Paediatric Blood and Marrow Transplant Center, la dott. Joanne Kurtzberg ha effettuato un trapianto tra fratellini di cellule staminali cordonali conservate presso il nostro laboratorio di Plymouth.
Il trapianto e' avvenuto con successo. Per maggiori informazioni contattare il sito www.cancer.duke.edu/pbmt
Germania, Munchen, ottobre 2006: al Kinderklinic und Poliklinic der Technischen Universitat, e' avvenuto il terzo trapianto del 2006 per talassemia con donazione eterologa tra fratellini. Oggi, il bambino e' indipendente dalle trasfusioni. Per maggiori informazioni contattate i siti www.kind.med.tu-muenchen.de o www.kms.mhn.de

(*) Smartbank Srl e' il partner italiano del gruppo inglese Smart Cells International che opera sul territorio italiano dal 2005.

Fonte:http://staminali.aduc.it